Editoriale Ottobre
È stata una Fashion Week, quella di Milano, come non si vedeva da tempo. Sfilate molto interessanti, tantissimi eventi pieni di bella energia, una sensazione di ripresa, partecipazione e voglia di tornare ad essere la capitale della moda. Come è giusto che sia.
Anche noi di Crida abbiamo fatto la nostra parte, presentando la nuova collezione primavera estate al 10 Corso Como, uno dei luoghi più glamour e iconici del fashion business. È l’Emilia Romagna la regione che abbiamo voluto raccontare con i modelli che vedrete l’anno prossimo: l’arte della accoglienza, la simpatia, il buon cibo di questa terra si riflettono nella gamma vastissima di colori brillanti degli abiti che sono sempre protagonisti.
Ma c’è anche un’altra storia da raccontare.
Le foto di questa campagna, come sempre affidate a Filippo Tarentini, sono state scattate nel labirinto della Masone, a Fontanellato, vicino a Parma. Perché abbiamo scelto questo luogo? Perché veniamo da due anni difficili e complessi che per diverse ragioni ci hanno profondamente disorientato, travolgendoci prima con la pandemia poi con la guerra e infine con la crisi di governo. Eventi globali, europei o più strettamente italiani che hanno minato le nostre certezze, ci hanno cambiato e costretto in molti casi a cambiare direzione. Lo stesso mondo della moda ha subito uno scossone non indifferente e ha dovuto adeguarsi alle nuove esigenze di sostenibilità e slow fashion. E ha dimostrato di essere in grado di farlo, presentando un prodotto che non è mai stato così perfetto come quest’anno. Ecco perché abbiamo voluto usare il labirinto non in una accezione negativa. Anzi. Ognuno di noi si è perso in un labirinto, ma è anche vero che tutti abbiamo gli strumenti per uscirne, come ha fatto la moda, e tanti altri settori e persone che hanno dovuto, gioco forza, reinventarsi.
Noi di Crida abbiamo vissuto pesantemente questo disagio: abbiamo esordito sul mercato nel febbraio 2020, quando la moda si è fermata. È stato come entrare in un labirinto e non vedere la via di uscita. Eppure questo trauma, questa faticoso esercizio di strategia sul futuro, questa necessità di trovare la luce in fondo al tunnel, ci ha permesso in due anni di mettere a fuoco molto bene la nostra strada, trovando l’uscita dal labirinto e quindi il senso più profondo del progetto che avevamo in mente.
La simbologia del labirinto è quella del viaggio entro e oltre il proprio limite: rappresenta la vita e la morte, il bene e il male, la ricerca dell’infinito, dell’oltre. Da 5000 anni, cioè da quando è nato, il labirinto parla della rischiosa complessità dell’universo ma stimola anche la ricerca di un mondo diverso, ancora da esplorare. Chi lo percorre e faticosamente riesce a trovare l’uscita diventa una persona migliore.
È ciò che vogliamo augurare a tutti, con una collezione che ci rappresenta profondamente e con la quale vogliamo trasmettere a tutti ottimismo, forza, energia e ovviamente la bellezza del Made in Italy. E che visivamente rispecchia nelle forme fluide e nei colori, la ritrovata voglia di vivere.