Editoriale Gennaio
Non pensare a cosa l’anno nuovo – questo 2022 che si presenta così pieno di incertezze – può fare per te, ma pensa cosa tu puoi fare per renderlo migliore.
Partiamo da questa verità sacrosanta che John Fitzgerald Kennedy, riferendosi agli Stati Uniti, ci regalò nel discorso del suo insediamento, per affrontare nel modo giusto questo inizio vissuto a metà tra speranza e paura.
Credo che le parole perfette siano consapevolezza e ottimismo.
Consapevolezza: sappiamo tutti che la pandemia ha cambiato le nostre vite negli ultimi due anni e che non è ancora passata, ma abbiamo anche capito (salvo una minoranza di irresponsabili che rifiutano il vaccino) cosa dobbiamo fare per proteggere noi stessi e gli altri. Non è detto che questa ultima variante Omicron, che sta contagiando a tutto spiano soprattutto i giovani, ma senza conseguenze gravi come quelle che l’hanno preceduta, alla fine non ci permetta di raggiungere la fatidica immunità di gregge che potrebbe essere l’atto finale della lotta al Covid che da tempo aspettiamo.
E poi ottimismo, quella disposizione d’animo che ci aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto e che, soprattutto, ci permette di affrontare il futuro senza preconcetti negativi. In questo momento non abbiamo bisogno di Cassandre che preannuncino le peggiori sciagure. Abbiamo bisogno di credere in noi stessi, di impegnarci a fare al meglio ciò che siamo abituati a fare, sia nel lavoro che in famiglia, e abbiamo bisogno di non avere paura.
A dire il vero, non volevo scrivere del maledetto Covid anche il primo giorno dell’anno ma, essendo appena rientrata da qualche giorno in Spagna, mi sono resa conto che in Italia non possiamo fare a meno di discuterne. Perché tutti i media, giornali, televisioni, il mondo della politica, i programmi di intrattenimento non fanno altro. In altri Paesi come la Spagna invece, dove la situazione contagi è più o meno identica alla nostra, la gente che pure indossa coscienziosamente la mascherina sul viso, non viene costantemente bombardata da una miriade di informazioni ansiogene. Hanno le notizie, sono informati ma… l’impressione è che riescano anche a vivere pur con tutte le restrizioni necessarie e sacrosante.
Questo è l’augurio che mi sento di fare oggi: proviamo a vivere, a gioire di quello che abbiamo, a imparare inevitabilmente uno stile di vita diverso ma senza considerarlo una condanna, semmai un’”opportunità”. Proviamo a non avere paura degli altri perché l’unica possibilità che abbiamo di sconfiggere il virus è di riuscirci insieme.
Con consapevolezza e ottimismo.
Come diceva il grande Lucio Dalla “l’anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità”.
E voi?