Cristina Parodi racconta Crida, la sua collezione capsule. – Vogue Italia
Un progetto creato con l’amica Daniela Palazzi seguendo un’idea semplice: tornare a un’eleganza di qualità, slegata dalle stagioni e dalle tendenze, prodotta a chilometro zero. E una campagna basata sui valori del marchio: italianità, sostenibilità, autenticità. Con un’attenzione speciale per Bergamo, città simbolo della rinascita
Crida è l’unione dei nomi di due amiche di Bergamo, Cristina e Daniela, con la passione della moda sin da ragazzine. Crida è il titolo di un’amicizia e un sogno che prende vita con una collezione capsule composta da 10 abiti e due capi spalla. Ogni modello porta con onore il nome di una città italiana a cui è ispirato. Qualità, eleganza senza tempo e solidarietà al femminile sono i valori su cui si fonda il progetto. Ed è a questi principi che Crida, in un momento storico ed economico così difficile, dedica una campagna social rivolta a tutte le donne. Con l’obiettivo di lanciare un segnale di ottimismo per la riapertura dei negozi, ma anche per raccontare la storia di un vestito che fa sentire le donne bene nei propri panni. Una storia a cui è stata dedicata anche una campagna social speciale, che rispecchia il periodo che stiamo vivendo. Le foto sono state scattate in famiglia, durante il lockdown, e ci restituiscono un’atmosfera home made, il calore della famiglia, la gioia degli affetti autentici e delle cose belle.
Crida vuole dare anche un segnale di responsabilità sociale d’impresa devolvendo il 10% delle vendite a CESVI, ONG di Bergamo, per sostenere il progetto di assistenza domiciliare agli anziani della città e della provincia.
Chi è Crida e quali sono i suoi valori?
Cristina Parodi: Crida è la donna che ci immaginiamo io e Daniela. Gira nella nostra testa da un po’ di anni e ha finalmente preso forma questo autunno con una capsule primavera estate di dieci abiti e due capi spalla. Pochi pezzi per un messaggio conciso il cui biglietto da visita è l’abito. L’idea è quella di tornare ad un concetto di eleganza di qualità, slegata dalle stagioni e dalle tendenze estreme del momento. Crida rimane nell’armadio per sempre e funziona bene per tante occasioni. Crida è per le mamme e per le figlie. È un abito pensato per mettere a suo agio chi lo indossa, bello ma semplice al tempo stesso. Un’eleganza discreta che si arricchisce di dettagli. Crida è una donna che si fa notare perché è chic, non perché è vistosa o troppo sexy. I nostri modelli sono classici ma anche contemporanei. Crida è un abito che non stanca mai.
Daniela Palazzi: Crida nasce da un desiderio di due consumatrici di moda, entrambe fashion addicted. In passato ci è capitato di comprare vestiti prese dall’entusiasmo del momento e di non metterli mai. Oggi cerchiamo abiti in cui ogni donna possa riconoscersi perfettamente e con cui poter essere in ordine dalla mattina alla sera. Il vestito “ti veste” senza essere mai eccessivo, è pratico e veloce da indossare. Non ti fa perdere tempo. Ci siamo un po’ dimenticate di quanto sia piacevole portare gli abiti. Allo stesso tempo, teniamo tantissimo alla qualità, altrimenti questo progetto non avrebbe senso. Puntiamo sui valori di femminilità e personalità.
In che modo Crida rappresenta il Made in Italy e come contate di sostenerlo?
D.P. Non essendo mai stato un progetto concepito a tavolino abbiamo iniziato dalle basi, dalla ricerca, dai tessuti. In Italia abbiamo sarti e manifatture che fanno cose meravigliose. Abbiamo capito quanto è preziosa la nostra filiera con i suoi piccoli mestieri e non è un caso se tanti grandi brand vengono da noi per il prodotto finale. Abbiamo imparato a riconoscere e tracciare la provenienza dei materiali: io per esempio guardo sempre il cartellino, voglio sapere da dove viene un vestito. Quando c’è tanto lavoro da fare ci dividiamo i compiti, ma in generale scegliamo e facciamo tutto insieme. Andiamo nella stessa direzione. Anche quando ci è stato sconsigliato di intraprendere questa avventura, abbiamo comunque deciso di andare fino in fondo, rimanendo molto unite grazie ai principi comuni. Ci crediamo molto, nonostante le difficoltà del settore.
C.P. A me hanno molto colpito le mie figlie (soprattutto la più grande, la più ambientalista) che vogliono comprare i prodotti fatti come si deve. Inconsapevolmente mi hanno dato una grande lezione. Il bello di fare una cosa nuova è che impari molto. Crida è davvero un sogno realizzato a 50 anni suonati. Ma in qualche modo, questa nostra realtà, collocata in questo momento storico così strano, è la forza che potrebbe permetterci di sopravvivere e il nostro modo di sostenere il Made In Italy. Proprio perché crediamo nel prodotto e in un tipo di moda meno fast fashion e più ragionata, più lenta. Qualità, lentezza e cuore. I nostri tessuti sono tutti italiani e tante aziende che abbiamo visitato sono nella Bergamasca. Il progetto nasce praticamente a chilometro zero.
Chi sono le vostre muse?
D.P. Cristina è sicuramente una delle mie muse. Così come altre amiche. Francesca, per esempio, arrivava sempre in Città Alta (Bergamo) vestita benissimo. Adoro che le donne siano sempre belle e in ordine nonostante le tante cose da fare. Franca Sozzani era così.
C.P. Anch’io ho pensato tante volte a Franca, ai suoi abiti meravigliosi, mai riconoscibili. Sempre eleganti. Era di un’eleganza immutabile e l’abito aveva sempre un qualcosa in più, la lunghezza perfetta, la manica fatta bene. Mai aderente.
Io e Daniela ci siamo trovate anche perché abbiamo gusti molto simili. Per esempio ci vestiamo spesso allo stesso modo. Quando è finita la quarantena, è venuta a prendermi ed eravamo vestite uguali!
Da dove nasce l’esigenza di una campagna che punti sui valori?
C.P. Prima di tutto perché in questi mesi è cambiato tutto. L’Italia è in ginocchio e servono concetti meno frivoli e consumistici, meno volatili. Le persone hanno voglia di vivere emozioni vere e la moda deve offrire valori autentici in cui riconoscersi. La nostra nuova comunicazione social corre su questi binari: la moda deve avere tempi umani e va vissuta più lentamente, con tanti contenuti nuovi. Facciamo le cose bene e nel momento in cui servono. Abbiamo bisogno e voglia di messaggi positivi che arrivino da persone vere. Vogliamo che riescano a trasmettere storie di donne coraggiose, che hanno superato i loro limiti, che ce l’hanno fatta con le loro forze.
D.P. La nostra nuova campagna social vuole dare un messaggio di speranza attraverso persone vere, gli amici del brand e tutta la community di Crida. È proprio la nostra filosofia, di non essere modaiole ma riscoprire valori più classici e durevoli. In una parola: solidi.
I vostri ricordi più belli legati a Crida?
D.P. Il ricordo più bello è con l’abito Firenze, un best seller: dopo varie prove, quando sono riuscita a mettere tutto insieme, era proprio il vestito che racchiudeva tutto quello che avevo nel profondo. La mia coperta di Linus.
C.P. Il periodo in cui abbiamo creato questa collezione è stato pieno di entusiasmi e sogni. Andavamo nella nebbia in macchina a cercare laboratori e tessuti, perdendoci spesso, dalla mattina alla sera in macchina. Amiche come da ragazzine. Sempre noi due, abbiamo anche imparato a fare gli scatoloni da mandare ai negozi! La prima volta che siamo andate a fare le prove di sdifettamento dei vari modelli la titolare ci chiese se serviva la modella. E noi abbiamo risposto: Nooo, li proviamo noi! Il primo che ho indossato è stato l’Agrigento, era bellissimo. Ci siamo abbracciate. Giravolta. Guardate e abbracciate di nuovo.
Un modello Crida per ogni città italiana.
C.P L’idea rispondeva alla nostra immagine di vestito all’italiana. Assegnare i nomi ai nostri abiti è stato uno dei momenti più intensi e più divertenti. L’abito Firenze, uno dei nostri best seller, è come se ce l’avesse scritto sopra che doveva chiamarsi così. Ce lo immaginiamo indossato per passeggiare tra le vie della città o per una visita agli Uffizi. Taormina, per camminare sotto il sole del sud. Alla Puglia ne abbiamo dedicati addirittura due. L’abito Roma ci sembrava la colonna di un tempio o di una chiesa della Città Eterna. Ora più che mai dobbiamo sforzarci di aiutare l’Italia e siamo orgogliose che gli stessi vestiti saranno ambasciatori dello stile del nostro paese ricordandoci sempre come siamo bravi nella creatività.
Il nostro è un messaggio d’amore per l’Italia affinché le nostre città possano rialzare la testa. Poi mi piace pensare ai prossimi che faremo, tra cui ovviamente l’abito Bergamo, di cui Daniela ha già pronto lo schizzo.
D.P. Assolutamente sì, Bergamo non la conoscevano in molti a livello internazionale. Dopo gli ultimi mesi le cose sono molto cambiate e adesso è il momento di impegnarci per far percepire la nostra città come simbolo della rinascita
Oltre che sul sito https://cridamilano.it/, Crida si può trovare in vendita da Belle Boutique (Milano), Tiziana Fausti (Bergamo), Vietti (Domodossola), Cenere (Bassano del Grappa), Antora (Baden Baden, Germania)
di Francesca Ragazzi
Fonte: https://bit.ly/2Xt61sM