Abiti da cerimonia cui dire “sì, lo voglio” | Lasciati Ispirare | Crida Milano
Abiti da cerimonia cui dire “sì, lo voglio” | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Il momento è arrivato: i matrimoni sono finalmente ripartiti e la voglia di sfoggiare un bell’abito da cerimonia si fa sentire come non mai.

Perché comprare un abito nuovo significa volersi bene, regalarsi quel momento di insostenibile ebbrezza che solo un nuovo acquisto sa dare. Vuol dire sentirsi belle e – diciamolo! –  anche tornare a stupirsi della normalità.

Ecco allora che abbiamo creato una selezione di abiti da cerimonia eleganti e super femminili, che poi sono capi passepartout da indossare in tutte le occasioni speciali della nostra vita. Vestiti che durano e che rimarranno nell’armadio oltre le stagioni senza mai passare di moda.

Qui trovi alcuni dei nostri modelli più chic: adesso sta a te scegliere e dire “sì, lo voglio”!

Un abito Crida è per sempre

Firenze Abito lungo in chiffon | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Firenze Abito lungo in chiffon

Un vestito impalpabile che accarezza la pelle e designa una morbida femminilità.

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Lecce Abito midi in crêpe de chine | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Lecce Abito midi in crêpe de chine

Lo stile minimal e sofisticato delle linee pulite ed essenziali. Per non sbagliare mai.

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Taormina Abito midi in crêpe de chine | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Taormina Abito midi in crêpe de chine

L’abito che trae il fascino e l’energia dalle terre del Sud. Un frutto da mordere, pura vitalità da indossare.

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Sorrento Abito lungo in twill di seta | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Sorrento Abito lungo in twill di seta

Cangiante come un pallido raggio di luna che illumina di un’eleganza senza tempo.

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Sorrento Abito lungo in chiffon | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Sorrento Abito lungo in chiffon

Un soffio di vento leggero che scivola sul corpo con gentilezza, come una dolce brezza estiva.

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Editoriale Giugno 2021 | Crida Milano

Cosa vuol dire vestirsi per bene? Le tendenze della moda negli ultimi cento anni sono state così diverse, estreme e spiazzanti che sembra essere difficile trovare un minimo comune denominatore che le possa accomunare nel concetto di eleganza. La moda da sempre subisce l’influenza dei momenti storici, del pensiero, della musica o delle lotte politiche per lanciare tendenze che diventano uniformi soprattutto per i giovani, per chi quei pensieri li cavalca e li comprende.

Qualche esempio? I jeans di rottura indossati da Elvis e da James Dean negli Anni ‘50 che dall’America arrivano a rivoluzionare il perbenismo europeo del dopoguerra. In Europa sono gli anni della ricostruzione e del miracolo economico e se Parigi detta legge con le creazioni di Emilio Schuberth e Christian Dior, il mondo della moda comincia ad essere investito dal consumo di massa tanto che a Firenze nasce l’industria della moda italiana con la prima sfilata a palazzo Pitti nel 1952 con modelli che non fossero fatti su misura. Se prima vestirsi bene voleva dire imprigionarsi in rigidi corpetti e sottogonne ora gli abiti diventano più facili e portabili, fino all’arrivo della nuova rivoluzione di Coco Chanel che sdogana i pantaloni e i look alla garçonne, toglie i colli dalle giacche e li riempie di collane.

Ma dovevano arrivare gli Anni ‘60 e la musica dei Beatles e i Rolling Stones per ridurre drasticamente gli orli delle gonne grazie al colpo di genio di Mary Quant e alle atmosfere irripetibili della swinging London, dove nascono le vere ribellioni giovanili. Le seguaci di Twiggy, la prima magrissima top model universalmente nota, indossavano microgonne, stivaloni, i capelli a caschetto e le ciglia finte: eccentricità, rottura col passato, voglia di vivere, rock and roll.

Negli Anni ’70 invece le ragazze sono più toste, non vogliono essere notate per la bellezza e il sex appeal ma rivendicano a dispetto dell’apparenza la loro l’intelligenza e l’impegno politico. Sono gli anni delle rivolte studentesche, del femminismo, del rifiuto della guerra e del peace and love: gonne lunghe e abiti hippy, jeans a zampa di elefante e vita bassa per mostrare quel ventre di cui vogliono disporre secondo la loro volontà. Sono gli anni della rivoluzione sessuale e del tutto è possibile. Anche in questo periodo storico l’abbigliamento, che oggi non definiremmo perbene, serviva a fare stare bene un’intera generazione di ragazze che avevano ideali di parità, emancipazione e indipendenza.

Doveva arrivare quel genio di Armani negli Anni ‘80 per creare finalmente per le donne in carriera un look che non le facesse sentire sul luogo di lavoro meno autorevoli degli uomini ma ugualmente femminili: i tailleur pantaloni con giacche destrutturate ma con le spalle forti hanno ridefinito lo stile in un momento storico ben preciso, quello in cui le donne hanno iniziato a pesare nella vita sociale e pubblica. Da lì in poi la moda ha seguito il cambiamento dei tempi consacrando i grandi brand italiani come linee guida dello stile: la donna ormai aveva mille volti e poteva scegliere in base alla propria personalità, se essere mediterranea e sexy in Dolce e Gabbana, raffinata e chicchissima indossando Valentino, selvaggia e animalier con gli abiti di Roberto Cavalli, romantica alla Blumarine o intellettuale come veniva disegnata da Miuccia Prada.

Le lotte femminili nel XXI secolo non sono più solo quelle delle donne: le nuove generazioni oggi scendono in piazza per riconoscere la parità di genere e per sensibilizzare i grandi della Terra nei confronti di un problema che è globale e riguarda tutti, l’attenzione per il pianeta. E la moda, ancora una volta accompagna questo impegno sociale con altri cambiamenti. Le collezioni delle ultime stagioni sono sempre più unisex assecondando il diritto di ognuno ad essere esattamente come si sente, senza più diktat ed etichette: maschile e femminile si mescolano in una moda fluida, senza confini, libera come non è mai stata prima.

Vestirsi per bene oggi vuol dire più che mai sentirsi bene dentro un’immagine che è il nostro biglietto da visita nei confronti del mondo esterno, l’abito è la prima cosa che si vede di noi e ognuno ha il sacrosanto diritto di interpretarlo come vuole. Ma vestirsi per bene vuol dire anche indossare consapevolmente capi che siano durevoli, frutto di una filiera tessile che rispetti i parametri di sostenibilità, una moda che non inquini l’ambiente, che rispetti gli animali e le piante.

Oggi vestirsi per bene è una responsabilità comune che abbiamo nei confronti di noi stessi e del nostro pianeta, non solo un fatto di eleganza estetica.

Crida lo sa e lo fa, non solo a parole. È più difficile e più costoso seguire questo impegno ma è indispensabile che sia condiviso dalle imprese e dai consumatori, soprattutto i più giovani. Mi vesto per bene perché so che il mio abito è una bandiera, che racconta non solo la mia immagine ma anche i valori in cui credo.

È arrivato il Taormina “Peggy” | Lasciati Ispirare | Crida Milano
Sangallo Midi dress Limited Edition | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Frizzante, spensierato, elegante, con tanti pois che richiamano il manto dei simpatici dalmata: è il nostro Taormina “Peggy”, una dedica agli spiriti giocosi e solari che cercano un abito che sprigioni energia e buonumore

Lo abbiamo realizzato in freschissimo cotone naturale, morbido e confortevole, perfetto per la bella stagione. È pura felicità da indossare, classico ed effervescente: una versione soft del nostro classico Taormina adatta a chi vuole un abito meno impegnativo ma sempre di qualità.

Editoriale Maggio 2021 | Crida Milano

Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente… anzi leggerissima! Questa canzone di Colapesce e Di Martino è diventata il mio mantra, durante gli aperitivi casalinghi con mia figlia, accennando passi di danza in cucina o canticchiando stonata in macchina quando vado al lavoro, un vero tormentone presente nella mia testa mattina e sera. Di che cosa ho voglia? Di niente… di leggerezza, abbiamo già pensato troppo a lungo a cose dolorose e drammatiche adesso vogliamo un piacevole niente, che poi vuol dire tutto, o meglio tutte quelle cose, anche piccolissime, come prendere un cappuccino in un bar, che non si potevano più fare… Ci siamo occupate per troppi mesi solo delle necessità primarie della casa della famiglia dei figli, spostandoci dalla farmacia alla scuola al supermercato per i beni indispensabili, calze e mutande per i bambini, tute per stare in casa, provviste per il weekend, adesso è il momento di riaccendere il desiderio verso qualcosa che non solo sia leggero ma anche, perché no, assolutamente superfluo! Ce lo meritiamo.

È maggio, la primavera ormai riempie le nostre giornate con profumi di fiori e sole caldo e non possiamo non sentire quella insostenibile ebbrezza che viene dal desiderio di comprare qualcosa di nuovo, ma non perché ne abbiamo realmente bisogno, solo perché ci piace. Lo so, è frivolezza, ma da quanto tempo non mi capitava di passeggiare nelle vie dei negozi ed entrare a curiosare solo per il puro piacere di provare qualcosa in camerino e vedere come sta, di stupirmi nell’aver trovato qualcosa di cui avevo, senza saperlo, un’assoluta necessità per sentirmi bene.

Sul valore terapeutico dell’acquisto credo che noi donne siamo tutte d’accordo, ma cosa comprare in questo momento in cui abbiamo voglia di tutto e di niente? E soprattutto per cosa? Eventi, feste, occasioni ancora mancano, ma c’è la possibilità di andare a pranzo fuori al ristorante, di azzardare un cinema, di invitare due amici a casa per cena, sempre rispettando coprifuoco e distanziamento.

E questo basta a farmi venire voglia di essere carina, di indossare qualcosa di speciale. Basta abiti informi e ciabatte, la primavera quest’anno ci deve far rifiorire davvero. Vi confesso che prima (del Covid) mi capitava di comprare cose compulsivamente, magari low cost, per compensare un dispiacere, una fatica, o per gratificarmi di un piccolo successo, salvo poi trovarmi nell’armadio indumenti una quantità di cose che non avrei più rimesso, con la consapevolezza di avere buttato via dei soldi. Oggi, non so voi, ma io sicuramente condizionata dalla lunga astinenza da shopping, ho voglia di comprare meno e meglio, magari un’unica cosa decisamente speciale, che mi rimarrà nell’armadio per tutta la vita (vabbè forse esagero!) ma che sicuramente non mi stancherà la stagione dopo. E quando la individuerò farò molta attenzione all’etichetta interna che rivela la composizione tecnica, per essere certa che il tessuto sia davvero prezioso e valga il prezzo che vedo sul cartellino. Dopo di che per scegliere mi lascerò trascinare dalla gioia di indossare un colore…

Non ho mai visto una tale esplosione di colori accesi nelle vetrine e sulle pagine dei giornali, come se mai come oggi le donne avessero voglia di farsi notare, di esprimere anche solo con il colore dell’abbigliamento (sì, proprio come fanno i reali) le proprie emozioni, la gioia di poter condividere con altri momenti piacevoli dopo i lunghi mesi di isolamento. E allora scegliamo senza paura un colore acceso, pieno, deciso senza temere che sia… troppo, e anzi osiamo ancora di più nell’accostarlo ad un altro color block, come mai avevamo fatto nella vita: il giallo col verde, il rosso e l’azzurro, il rosa insieme all’arancio, il giallo e il pavone. Ognuna di noi ha un colore preferito che esalta il proprio incarnato e che ci fa sentire belle, questo è il momento di scoprirlo. E di comprarlo.

Crida, lo sapete, è nata nel febbraio del 2020 proprio alla vigilia del cambiamento epocale che avrebbe travolto il mondo in questo ultimo anno, presentando una piccola capsule di abiti di seta dai colori molto brillanti. Già allora pensavamo che non c’è niente di più bello, allegro e pieno di energia di un capo colorato realizzato in tessuto naturale, e oggi la nuova collezione primavera-estate esalta ancora di più questa tendenza e assume un significato profondo non solo di stile ma di voglia di vivere, di valorizzare la nostra bellezza e femminilità, di… ricominciare.

Ecco la leggerezza di cui cantano Colapesce e Di Martino, un’esigenza di cui non dobbiamo vergognarci ma che ci aiuta a farci sentire di nuovo pronte a vivere con gli altri e ad esprimere anche così, con un vestito nuovo e colorato, la nostra faticosa rivincita.

Editoriale Aprile 2021 | Crida Milano

E adesso ricominciamo: a sognare, a fare progetti e soprattutto a pensare positivo perché siamo di fronte ad una fase epocale della nostra vita. Dopo un anno di immobilità e di sofferenza abbiamo l’opportunità unica di cambiare in meglio le nostre vite, ma solo se tutti, nessuno escluso, si impegnerà per farlo: ci troviamo di fronte ad una straordinaria occasione di ricostruire un futuro diverso per noi e per i nostri figli senza commettere più gli errori del passato. In che modo? Ecco qualche esempio. Ci eravamo dimenticati di essere così vulnerabili e invece le pandemie accadono, ma la lotta al Covid ha creato una rete di sapere che ha portato la scienza a fare progressi in ogni campo: un vaccino ottenuto in pochi mesi, la collaborazione dei medici di tutto il mondo, la condivisione delle scoperte e la certezza di essere ormai globalmente collegati. La ricerca ci guarirà: vogliamo investire più fondi ed aiuti per non farci mai più trovare impreparati?

Sempre collegati ma isolati, chiusi in se stessi quasi invisibili e spesso depressi: gli adolescenti hanno perso un pezzo della loro giovinezza, riversando sui genitori le loro fragilità. Ma dalle difficoltà nella didattica a distanza è partita una rivoluzione nell’istruzione che, supportata a dovere dalla tecnologia, permetterà di avere rapporti più personali quando si incontrano i professori in presenza, con l’obiettivo di raggiungere una formazione su misura per ciascuno, ma soprattutto con la speranza, questa è la sfida, di riuscire a trattenere in Italia i nostri laureati offrendo loro lavori ben pagati invece di costringerli andare all’estero a cercare fortuna.

Altra sfida non indifferente riguarda le donne: le più penalizzate durante la pandemia ma anche le più toste, quelle che in tutto il mondo – lo dicono i dati – sono riuscite ad avviare una nuova carriera grazie alle possibilità offerte dal mondo digitale: il numero delle aziende nate sul web è aumentato enormemente e le aziende gestite da donne hanno maggiori possibilità di successo soprattutto nelle vendite on line. Non sarebbe ora di aiutare le donne a non dover più scegliere tra figli carriera e a non essere umiliate da stipendi più bassi, pur ricoprendo lo stesso incarico di un uomo?

La pandemia ci sta insegnando a vivere diversamente e ci ha chiarito definitivamente che il nostro benessere non può prescindere da quello del nostro pianeta. Su questo tema tutti, nessuno escluso, devono adeguarsi così come i migliori professionisti in tanti campi dell’economia stanno facendo, dandoci l’esempio, nonostante le difficoltà che hanno dovuto sopportare: pensiamo ai ristoratori e alla sfida del futuro in cucina, che è quella di dimostrare che si può mangiare bene rispettando l’ambiente e le persone. Oppure pensiamo al mondo dell’architettura e della casa e design: l’obiettivo da adesso in poi sarà creare spazi e oggetti che durino nel tempo e riparare le cose per farle tornare come nuove. Creare prodotti che abbiano una lunga vita e siano riciclabili è la strada verso la sostenibilità.

Anche la moda potrà rinascere e ripartire solo se saprà capire e coniugare i bisogni reali delle persone e dell’ambiente. Oggi le grandi griffe scendono in campo per aiutare la campagna vaccinale offrendo la disponibilità dei loro spazi a medici e infermieri. A partire da Giorgio Armani che per primo aveva dichiarato esattamente un anno fa, fermiamo le sfilate, rallentiamo le collezioni, stiamo producendo troppo e troppo in fretta. Oggi ribadisce con grande saggezza che la moda deve ritrovare il cuore, quindi deve fare meno cose e farle meglio, per rispettare sia l’ambiente che il consumatore diventato responsabile ed esigente. Non dimenticate mai di leggere le etichette all’interno dei vestiti che comprate, solo così scoprirete quali materiali vengono usati e in che modo vengono prodotti i capi.

E potrete scegliere consapevolmente. Per noi di Crida, fin dall’inizio della nostra avventura, nata poco prima della pandemia, questo è stato sempre un impegno imprescindibile: usare tessuti naturali, produrre in Italia, rispettare l’ambiente e le persone. Nessuna attività economica oggi può venir meno a questo impegno. Così come nessuna azienda può ignorare la responsabilità sociale di impresa e deve investire una piccola parte dei profitti in attività benefiche.

La bellezza ci salverà non è una frase una fatta, è invece una verità profondamente legata al luogo speciale in cui abbiamo la fortuna di vivere, l’Italia. Il nostro Paese fonda la sua identità sull’arte, sulla cultura e sulla straordinaria bellezza del suo paesaggio. Questo è il nostro oro, il nostro petrolio, il patrimonio unico che possediamo e su cui dobbiamo puntare per rinascere. Dobbiamo proteggerlo, preservarlo e valorizzarlo per restituire al nostro Paese, quando finalmente torneranno i turisti, il ruolo di culla dell’arte, della storia, dell’archeologia, ma anche del cinema, del teatro.

Difendiamo i nostri diritti e facciamolo con gli strumenti che oggi viaggiano veloci, i social network. Ci hanno salvato dalla noia dei tanti mesi chiusi in casa, permettendoci di restare collegati e di dialogare con il mondo ma sappiamo bene che possono fare molto di più e diventare degli importantissimi strumenti per lanciare battaglie contro le disuguaglianze e a favore dei più deboli, ma anche per dare opportunità ai giovani di mostrare i propri talenti e per creare un ‘informazione libera e corretta.

Cosa serve dunque per vincere la sfida del cambiamento? L’impegno prima di tutto, nessuno può chiamarsi fuori, l’unione sarà sicuramente la spinta per un nuovo futuro, ma servono anche due altri ingredienti che prescindono dal campo di competenza professionale e riguardano la natura di ognuno di noi: l’operosità e la solidarietà. Sono le caratteristiche che ho riscontrato e ammirato nella gente della mia città, Bergamo, il luogo che al mondo è stato più colpito dal Covid (sì… più di Wuhan in Cina da dove tutto è partito) e che hanno prodotto la svolta fondamentale. Mai arrendersi e demoralizzarsi anche di fronte alle peggiori calamità, rimboccarsi le maniche e andare avanti. E aiutarsi l’un l’altro. Solo così Bergamo, dopo aver pianto i suoi 6000 morti, oggi ha già messo le basi per la rinascita, guardando al futuro, tanto da essere proclamata nel 2023 capitale della cultura insieme a Brescia. Sono certa che l’Italia possa fare altrettanto.

Ne ha tutte le potenzialità e soprattutto, ne sono certa, ha un grande cuore.

Benvenuta primavera | Lasciati Ispirare | Crida Milano
Daniela | Lasciati Ispirare | Crida Milano
Cristina | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Verde bosco, azzurro cielo, acquamarina… la natura ha ispirato Crida con la sua semplicità e le sue linee perfette, per un ritorno all’essenziale inteso come modo di essere e come stile nel vestire. Un nuovo minimalismo dalle linee pulite che non passa mai di moda.

La palette delicata e solare – come la natura che si risveglia – ispira felicità al primo sguardo grazie alla morbida luminosità delle tinte pastello. E il guardaroba si apre alla bella stagione come un fiore generoso da cogliere con grazia.

Indossa la bellezza della natura

Firenze Abito midi in crêpe de chine | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Firenze Abito midi in crêpe de chine

Uno specchio d’acqua puro e cristallino.

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Spoleto Abito midi in cotone | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Spoleto Abito midi in cotone

L’autenticità del cotone naturale, cresciuto sotto il sole generoso.

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Bologna Camicia in crêpe de chine | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Bologna Camicia in crêpe de chine

La delicatezza di una mattina di primavera scaldata dai primi raggi.

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Sorrento Abito lungo in chiffon | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Sorrento Abito lungo in chiffon

Fluttuante e leggero, come sottili fili d’erba cullati dal vento.

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Il popup store in Rinascente e l’anteprima della collezione AI 21/22 | Rassegna Stampa | Crida Milano

Con l’arrivo della Fashion Week, Crida si prepara a 2 grandi eventi.

La terra brulla, i caldi colori dell’autunno, una cascina in Brianza immersa nella natura: in occasione della Fashion Week di Milano Crida mostra in anteprima la sua collezione AI 21/22 fatta di cappotti avvolgenti, maglieria calda e abiti da sera per i momenti speciali. “Le ragazze tornano a casa”: è questo il leitmotiv che percorre il video che accompagna la collezione. La sicurezza di tornare a luoghi conosciuti, al calore familiare, ad abbracci che trasmettono un senso di protezione. Ma prima di conoscere da vicino la collezione AI 21/22 c’è un appuntamento cui non si può mancare: il lancio del popup temporaneo in Rinascente, a Milano, dove saranno protagonisti gli abiti della collezione PE 21.

Un’occasione per toccare con mano la seta delicata e la purezza dei migliori cotoni italiani e scaldarci con quell’abbraccio di cui sentiamo tanto la mancanza. Il temporary store in Rinascente sarà aperto dal 23 febbraio al 15 marzo.

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Editoriale Marzo 2021 | Crida Milano

Che moda sarà quella del prossimo autunno inverno? La fashion week milanese ha appena chiuso i battenti per passare il testimone a Parigi ma senza la platea di giornalisti, buyers, influencer e testimonial che accompagnavano e arricchivano questi eventi pieni di glamour, bellezza e lavoro ovviamente. Ci auguriamo tutti che queste siano le ultime sfilate in digitale e che si possa tornare a guardare la moda da vicino, a toccare e provare gli abiti, a presentare le collezioni davanti ad un pubblico vero e non virtuale.

Dopo un anno trascorso a casa la sfida dei designer è stata quella di proporre una moda che possa conciliare il sogno alla realtà. Di sogni abbiamo tutti bisogno, ma la realtà ancora ci fa paura e ci costringe a limitare i contatti, a guardare il mondo da uno schermo, a vivere con il freno a mano tirato, a non aver più voglia di look eccentrici, abituati ormai ad una routine che ci rende meno protagonisti.

Infatti abbiamo visto poche stranezze nelle collezioni che sono state presentate: abiti, cappotti, completi pratici, per mattina e sera. Le silhouette rivisitate sono sempre più ampie e voluminose, praticamente extra size. I colori neutri e sobri, che evocano spesso atmosfere retrò, ma sempre con un pizzico di luce, brillantezza e glamour che non può mancare. Tanto verde militare, tutte le sfumature del bordeaux alla Nicole Kidman di The Undoing e accostamenti inusuali come blu pavone e verde foglia, il cammello e l’ocra, oltre al marrone che torna prepotente e chicchissimo. E qualche tocco fluo che ci mette allegria.

Quella proposta per la prossima stagione è alla fine una moda essenziale e contemporanea, più stilosa che folle. È il mood del momento, ma è anche (e questo ci fa molto piacere) l’idea base del progetto Crida, nato qualche mese prima che il Covid cambiasse le abitudini della nostra vita, con la ferma convinzione che l’eleganza consista non nelle tendenze di stagione ma nella bellezza dei tessuti, nella classicità delle forme, nella fluidità dei volumi, nei piccoli dettagli. La bellezza è la chiave, dice ora Armani che ancora una volta fa un lavoro di sottrazione e minimalismo alla sua nuova collezione, raggiungendo un equilibrio di stile e rigore perfetto. Anzi, bellissimo.

Al di là di re Giorgio che non si discute, vi dico quali trend di stagione mi sono piaciuti maggiormente: il ritorno dell’abito e di una femminilità morbida e non aggressiva, e qui noi di Crida possiamo dire di aver quasi anticipato la tendenza: il nostro obiettivo è far tornare le donne ad innamorarsi di nuovo degli abiti e il prossimo autunno ne vedremo davvero molti, facili da indossare, mai eccessivi, di tessuti e colori raffinatissimi. Trovo altresì super chic il tailleur decisamente maschile, magari ingentilito da una cintura sopra la giacca, ma con uno stile decisamente mannish, come quello che ha proposto Genny.

Il mondo Max Mara, che è da sempre nelle mie corde e nel mio cuore, quest’anno celebra i 70 anni dalla nascita del brand ribadendo i capisaldi del suo stile: linee pulite, colori cammello, cappotti avvolgenti e un pizzico di british nei mocassini e nei quadretti delle gonne. Il trend da seguire è quello del total look in colori neutri e delle linee oversize, come nella giacca da aviatore portata sopra il completo sartoriale. Ho adorato la sfilata di Alberta Ferretti, la signora dello chiffon, che ha proposto un trionfo di sartorialità italiana con abiti e capispalla dalle linee essenziali ma dalle lavorazioni raffinatissime. L’esplosione degli abiti finali color oro è un inno all’ottimismo e al glamour che speriamo ritornerà. A proposito di lusso estremo non passa inosservato il ritorno delle pellicce (e che pellicce…!) da Fendi dove Kim Jones ha presentato una donna che ostenta con noncuranza un’eccessività a cui non siamo davvero più abituati.

Il cappotto flou di Prada sarà sicuramente di tendenza il prossimo autunno, così come le fantasia optical a contrasto col nero. Anche Prada racconta con i suoi abiti il cambiamento che stiamo attraversando ma con una forzatura forse eccessiva. Pochissima femminilità (l’acconciatura effetto bagnato penalizza anche le modelle più affascinanti) e a parer mio anche poca eleganza. Tutto molto concettuale.

Un ritorno alla gioia di vivere invece è la collezione di N 21 per l’inverno che racconta una sensualità tipica della borghesia italiana, svelata da trasparenze, pizzi, underwear a vista. Le sue gonne a matita con grandi maglioni in mohair sono una perfetta sintesi di quello che vorremmo noi donne oggi: calore, protezione ma anche un po’ di sex appeal.

Che cosa sognano, dunque, le donne ora? Mi ha incuriosito molto un’inchiesta di Io Donna (che leggo sempre da cima a fondo) sui desideri femminili per la prossima stagione: dicono no al tacco 12 (ma sì alla ciabattina) e sì all’abito per la primavera che le faccia sentire femminili. Vorrebbero comprare una borsa nuova o, tra i prodotti beauty, una crema per il viso. Tra lo shopping per negozi e quello online non hanno dubbi, preferiscono il primo, magari con le amiche. Vorrebbero un abbigliamento “leggero” per uscire, che non è solo una questione di grammi, ma di sogni. Altro desiderio condiviso è la possibilità di invitare amici a casa, o il sogno di concedersi un weekend in un luogo speciale come premio alla fine di questo percorso faticoso.

Concrete, attive, sognatrici ma super efficienti, le donne hanno affrontato questo anno terribile con coraggio, pazienza e fatica e oggi sono pronte a ripartire. Anche da una moda che le faccia sentire bene, belle e femminili, ma sempre pronte a camminare veloci verso la meta e a fare mille cose contemporaneamente. Ne abbiamo incontrate tante donne in queste settimane nel nostro pop up store in Rinascente (dove rimarremo fino al 15 marzo), e abbiamo avuto proprio questa impressione: le donne hanno i piedi per terra e lo sguardo rivolto in alto verso il cielo. E alla fine la tendenza che ci piace di più è proprio questa, nella quale ci riconosciamo tutte.

A febbraio segui il cuore | Lasciati Ispirare | Crida Milano
Cristina e Daniela | Lasciati Ispirare | Crida Milano
Cristina e Daniela | Lasciati Ispirare | Crida Milano

La più bella storia d’amore che esista? Non abbiamo dubbi: quella con noi stesse.

In questo mese così speciale dedicato agli affetti più profondi, regalarsi qualcosa diventa l’occasione perfetta per prenderci più cura di noi.

Oggi vogliamo accompagnarti in questa esperienza con delle proposte speciali, per ricordarti che a volte basta un gesto di gentilezza verso te stessa per farti battere il cuore.

E che un semplice abito, quello giusto e che ti rappresenta davvero, può diventare il compagno di vita che amerai per sempre.

Quello che non stanca mai, che rimarrà nell’armadio oltre le stagioni, che non passerà mai di moda. Come solo un abito Crida sa essere.

Tu e Crida: una coppia perfetta

Spoleto Abito midi in crêpe de chine | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Spoleto Abito midi in crêpe de chine

Bianco purezza e rosso passione, per un abito che è amore a prima vista.

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Firenze Abito midi in lamé | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Firenze Abito midi in lamé

Lo scintillante lamé di seta che illumina la notte di romanticismo.

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Firenze Abito midi in crêpe de chine | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Firenze Abito midi in crêpe de chine

La tua anima gemella, per risplendere di femminilità.

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Firenze Abito lungo in chiffon | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Firenze Abito lungo in chiffon

Innamorati della leggerezza impalpabile di un abito disegnato dal vento.

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Bologna Camicia in jacquard di seta | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Bologna Camicia in jacquard di seta

La morbidezza di un abbraccio in pura seta.

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