Editoriale Marzo
Che moda sarà quella del prossimo autunno inverno? La fashion week milanese ha appena chiuso i battenti per passare il testimone a Parigi ma senza la platea di giornalisti, buyers, influencer e testimonial che accompagnavano e arricchivano questi eventi pieni di glamour, bellezza e lavoro ovviamente. Ci auguriamo tutti che queste siano le ultime sfilate in digitale e che si possa tornare a guardare la moda da vicino, a toccare e provare gli abiti, a presentare le collezioni davanti ad un pubblico vero e non virtuale.
Dopo un anno trascorso a casa la sfida dei designer è stata quella di proporre una moda che possa conciliare il sogno alla realtà. Di sogni abbiamo tutti bisogno, ma la realtà ancora ci fa paura e ci costringe a limitare i contatti, a guardare il mondo da uno schermo, a vivere con il freno a mano tirato, a non aver più voglia di look eccentrici, abituati ormai ad una routine che ci rende meno protagonisti.
Infatti abbiamo visto poche stranezze nelle collezioni che sono state presentate: abiti, cappotti, completi pratici, per mattina e sera. Le silhouette rivisitate sono sempre più ampie e voluminose, praticamente extra size. I colori neutri e sobri, che evocano spesso atmosfere retrò, ma sempre con un pizzico di luce, brillantezza e glamour che non può mancare. Tanto verde militare, tutte le sfumature del bordeaux alla Nicole Kidman di The Undoing e accostamenti inusuali come blu pavone e verde foglia, il cammello e l’ocra, oltre al marrone che torna prepotente e chicchissimo. E qualche tocco fluo che ci mette allegria.
Quella proposta per la prossima stagione è alla fine una moda essenziale e contemporanea, più stilosa che folle. È il mood del momento, ma è anche (e questo ci fa molto piacere) l’idea base del progetto Crida, nato qualche mese prima che il Covid cambiasse le abitudini della nostra vita, con la ferma convinzione che l’eleganza consista non nelle tendenze di stagione ma nella bellezza dei tessuti, nella classicità delle forme, nella fluidità dei volumi, nei piccoli dettagli. La bellezza è la chiave, dice ora Armani che ancora una volta fa un lavoro di sottrazione e minimalismo alla sua nuova collezione, raggiungendo un equilibrio di stile e rigore perfetto. Anzi, bellissimo.
Al di là di re Giorgio che non si discute, vi dico quali trend di stagione mi sono piaciuti maggiormente: il ritorno dell’abito e di una femminilità morbida e non aggressiva, e qui noi di Crida possiamo dire di aver quasi anticipato la tendenza: il nostro obiettivo è far tornare le donne ad innamorarsi di nuovo degli abiti e il prossimo autunno ne vedremo davvero molti, facili da indossare, mai eccessivi, di tessuti e colori raffinatissimi. Trovo altresì super chic il tailleur decisamente maschile, magari ingentilito da una cintura sopra la giacca, ma con uno stile decisamente mannish, come quello che ha proposto Genny.
Il mondo Max Mara, che è da sempre nelle mie corde e nel mio cuore, quest’anno celebra i 70 anni dalla nascita del brand ribadendo i capisaldi del suo stile: linee pulite, colori cammello, cappotti avvolgenti e un pizzico di british nei mocassini e nei quadretti delle gonne. Il trend da seguire è quello del total look in colori neutri e delle linee oversize, come nella giacca da aviatore portata sopra il completo sartoriale. Ho adorato la sfilata di Alberta Ferretti, la signora dello chiffon, che ha proposto un trionfo di sartorialità italiana con abiti e capispalla dalle linee essenziali ma dalle lavorazioni raffinatissime. L’esplosione degli abiti finali color oro è un inno all’ottimismo e al glamour che speriamo ritornerà. A proposito di lusso estremo non passa inosservato il ritorno delle pellicce (e che pellicce…!) da Fendi dove Kim Jones ha presentato una donna che ostenta con noncuranza un’eccessività a cui non siamo davvero più abituati.
Il cappotto flou di Prada sarà sicuramente di tendenza il prossimo autunno, così come le fantasia optical a contrasto col nero. Anche Prada racconta con i suoi abiti il cambiamento che stiamo attraversando ma con una forzatura forse eccessiva. Pochissima femminilità (l’acconciatura effetto bagnato penalizza anche le modelle più affascinanti) e a parer mio anche poca eleganza. Tutto molto concettuale.
Un ritorno alla gioia di vivere invece è la collezione di N 21 per l’inverno che racconta una sensualità tipica della borghesia italiana, svelata da trasparenze, pizzi, underwear a vista. Le sue gonne a matita con grandi maglioni in mohair sono una perfetta sintesi di quello che vorremmo noi donne oggi: calore, protezione ma anche un po’ di sex appeal.
Che cosa sognano, dunque, le donne ora? Mi ha incuriosito molto un’inchiesta di Io Donna (che leggo sempre da cima a fondo) sui desideri femminili per la prossima stagione: dicono no al tacco 12 (ma sì alla ciabattina) e sì all’abito per la primavera che le faccia sentire femminili. Vorrebbero comprare una borsa nuova o, tra i prodotti beauty, una crema per il viso. Tra lo shopping per negozi e quello online non hanno dubbi, preferiscono il primo, magari con le amiche. Vorrebbero un abbigliamento “leggero” per uscire, che non è solo una questione di grammi, ma di sogni. Altro desiderio condiviso è la possibilità di invitare amici a casa, o il sogno di concedersi un weekend in un luogo speciale come premio alla fine di questo percorso faticoso.
Concrete, attive, sognatrici ma super efficienti, le donne hanno affrontato questo anno terribile con coraggio, pazienza e fatica e oggi sono pronte a ripartire. Anche da una moda che le faccia sentire bene, belle e femminili, ma sempre pronte a camminare veloci verso la meta e a fare mille cose contemporaneamente. Ne abbiamo incontrate tante donne in queste settimane nel nostro pop up store in Rinascente (dove rimarremo fino al 15 marzo), e abbiamo avuto proprio questa impressione: le donne hanno i piedi per terra e lo sguardo rivolto in alto verso il cielo. E alla fine la tendenza che ci piace di più è proprio questa, nella quale ci riconosciamo tutte.